venerdì 26 giugno 2015

Prima pagella

Benvenuta nel mondo dei voti, stellina.
Gli adulti hanno bisogno di dare i numeri per illudersi di capirci qualcosa. Ma tu sei ancora una bambina e SAI che quegli 8 e 9 non sono nulla confronto all'infinito che sei.




Finalmente il libro di una cara amica






Ho trascorso questa bella serata estiva leggendo "Sorsi di Lara" di Laura MInniti. La storia di una donna che ha il sapore di un ricordo. Una fanciullezza felice come dovrebbe essere quella di tutti i bambini. Due genitori eccezionali per quei tempi, una casa aperta agli amici, due fratellini con cui inventare giochi magici e cugine con cui condividere i turbamenti dell'adolescenza. Una storia che fa rimpiangere quel passato non troppo lontano in cui la felicità era fatta di piccole cose, di rapporti veri e non virtuali.
Un racconto che non è solo un ricordo, ma un piccolo trattato di filosofia. Offre ottimi spunti di riflessione sulla vita, sulla morte, su un Dio che è AMORE. Ed è proprio di questo che vive e si nutre Lara. Un amore che è immenso e abbraccia le persone, la sua città, la scrittura e la musica, la natura.
Un amore per la natura che la spinse da ragazzina ad avere un migliore amico Salice Piangente e da adulta ad adottare un cavallo. E a descrivere i suoi paesaggi con una tale cura che senza accorgersene ci si trova completamente immersi in quel quadro nato dalla narrazione.
Questo è un romanzo che fa sognare e da coraggio. Scritto con uno stile armonioso e poetico, fresco e leggero come un acquerello, come una folata di vento.
Scritto, con la purezza di una bambina.
Per chi come me ha vissuto un'infanzia infelice, una boccata d'ossigeno.
Consigliatissimo.

giovedì 25 giugno 2015

Mr. Gwyn



Sarà che di Baricco ho sempre pensato che fosse un pittore prestato alla letteratura, sempre detto che i suoi libri più belli (Oceano Mare e Novecento, ma anche Castelli di rabbia) non sono romanzi, ma dipinti. Sbavavo all'idea di immergermi in un altro dei suoi quadri, così ho iniziato Mr. Gwyn piena di entusiasmo.
Ma in questo libro non ho trovato NULLA del Baricco che amo, sebbene la storia sia proprio quella di uno scrittore che si mette in testa di dipingere la gente scrivendo... Probabilmente ha cercato di narrare se stesso, ma nel disperato tentativo di riuscirci, ha perduto se stesso. In questo romanzo, ha perso la propria magia. Forse perché la magia non va raccontata ma applicata e Mr. Gwyn... Dio quanto avrei preferito non leggerlo.
Consiglio a chi ama Baricco - come me - di non leggere questo suo disastroso romanzo.
Non sembra nemmeno scritto da lui, giuro.

lunedì 22 giugno 2015

Orgoglio e pregiudizio


Poco dopo avere iniziato quello che viene considerato il capolavoro della Austen, mi sono chiesta per quale motivo questo romanzo fosse considerato tale e studiato nelle università. Sono andata avanti a chiedermelo per i tre quarti del libro. Sul finale poi devo devo avere intuito qualcosa, anche se a livello molto remoto, motivo per cui non posso dire mi sia dispiaciuto.
La delusione iniziale è stata soprattutto quella di trovarmi di fronte a un romanzo rosa. In molti mi avevano consigliato di leggerlo e io in effetti non avevo mai chiesto di cosa trattasse. Lo avessi saputo prima, probabilmente non lo avrei scelto perché io detesto questo genere di romanzi. 

La trama l'ho trovata piuttosto banale, queste sorelle che non possono ambire a nulla per via della loro mediocre classe sociale che però come prevedibile vengono scelte dai più ricchi e belli del reame. Non so, mi è sembrata una storia trita e ritrita. Però ho pensato che la Austen sia stata la prima a raccontarla e questo le farebbe senza dubbio onore. Si sente che il libro è stato scritto da una donna giovanissima, e forse andrebbe letto proprio all'età che aveva l'autrice quando lo scrisse, infatti lo consiglierò caldamente alle mie figlie quando raggiungeranno la tarda adolescenza. Sicuramente carini alcuni personaggi e bellissima l'ambientazione in cui ci si riesce a calare senza alcuna fatica. Quello che secondo me non è riuscita a fare l'autrice, o almeno non ci è riuscita con me, è stato coinvolgermi. Non sono riuscita mai a identificarmi con nessuno dei suoi personaggi, a differenza di altri autori anche classici che anche per questo ho apprezzato. 
Lessi qualche tempo fa una frase che diceva qualcosa tipo: "un bravo scrittore parla di se stesso ma riesce a farti credere che sta parlando di te". Ecco, la Austen è una dei pochi autori che con me non ci è riuscita. Ed è questo l'unico vero difetto che credo abbia questo libro. Sicuramente una storia adatta a delle ragazze, e magari se una lo legge in tenera età le si affeziona. Ma la prima volta a quarant'anni, per me è stata piuttosto deludente. 
Elenco alcuni punti buttati giù durante la lettura:
1. La Austen non mi ha coinvolto al punto da farmi immedesimare nei personaggi, nè me li ha resi simpatici. Nemmeno la protagonista: Elizabeth.
2. Bello l'incipit, ma mi sembrava ironico. Invece l'intero romanzo si è svolto sulla falsa riga di quelle prime battute.
3. Unico personaggio interessante: il sig Bennet. Anche se lasciato un po' in un angolo.
4. Belle le descrizioni dei paesaggi, anche se avrei preferito approfondisse le psicologie dei personaggi. Questo forse mi avrebbe permesso di empatizzare.
5. Mancano secondo me alcuni dialoghi importanti. Tipo quello della svolta finale tra lei e Darcy, liquidato in tre righe.

mercoledì 17 giugno 2015

Tempi moderni

Torno adesso da uno di quei bazar moderni in cui vendono di tutto, che una volta erano negozi eleganti e adesso sono luoghi squallidi. Nel tragitto tra il parcheggio sotterraneo e l'ingresso pedonale regna la desolazione più assoluta. Scale spoglie, ascensori che sono dei montacarichi, cazzi disegnati sulle pareti accanto ai più obsoleti degli insulti.
Eppure tutta quella desolazione mi attrae. Il freddo che dovrebbero trasmettere quei luoghi mi scalda, come se quel vuoto mi riempisse, come se l'illusione che anziché andare avanti la nostra civiltà stia tornando indietro mi confortasse.
Perchè forse il futuro non sarà che un lontano passato, e se il tempo è circolare - come spero - e si ripete, forse non è tutto perduto.

lunedì 8 giugno 2015

22-11-'63




Vi presento uno degli unici due romanzi che in tutta la vita ho concluso piangendo.
In realtà in questo caso ho iniziato a piangere già qualche pagina prima della fine, mentre nell’unico precedente caso - "Castelli di rabbia" di Baricco - fu un pianto improvviso, esplosivo, sulle battute finali.
In "22-11-'63" il pianto è stato provocato in parte dal non voler concludere un simile romanzo - con King i distacchi mi risultano sempre difficoltosi – e in parte perché quando un cerchio si chiude con una simile perfezione, lascia senza fiato.
È il terzo King che leggo, e ribadisco che ADORO i suoi personaggi, che si confermano sempre così pieni e avvolgenti.  In particolare Jake (o George?) mi ha fatto innamorare. Letteralmente. Non come uomo, ma come persona. Una persona che non sa piangere, e per questo viene definito "freddo" e lasciato dalla moglie, ma che per la sua bontà d’animo accetta una sfida nel tempo che qualunque persona si illuda di essere “buona” non avrebbe mai accettato. Perchéla bontà non va proclamata ma dimostrata e nessuno riesce a farlo quanto i personaggi di King .
Io personalmente sarei andata di là solo a dare una sbirciatina, così, per curiosità, ad assaggiare un piatto genuino, a fumare una sigaretta in un bar, magari a fare un giro su un'auto d'epoca. Ma sarei tornata di corsa qui. Ai giorni nostri.
Questo è un libro adatto a chi ama fantasticare, l’idea che esista un posto – e io sono straconvinta che di luoghi così ne sia pieno l'universo, ma che siano praticamente introvabili – in cui si possa passare da una dimensione a un’altra, da un’epoca a un’altra, è qualcosa che affascina i sognatori. 
Un libro che a me personalmente ha toccato corde profonde, tanto che le notti in cui lo leggevo addirittura lo sognavo. Quando mi addormentavo, il mio inconscio proseguiva con le vicende del libro, e mi trovavo nel 1958 insieme al protagonista. O forse ero io la protagonista.
In effetti proprio ieri pensavo che forse un unico viaggio nel tempo per cambiare il passato, in un unico disperato caso l’avrei fatto. 
Ma poi cosa sarebbe successo? 
Perché il passato fa di tutto per non essere cambiato, perché...
Chi avrà voglia di concedersi questo bellissimo viaggio letterario, lo scoprirà alla fine del libro, di cui io non svelerò più niente.
Leggete e volate amici.
E siate felici :-)