mercoledì 29 giugno 2016

Asad e il segreto dell'acqua


 
 
Notte stellata, deserto senza fine.
Leggo questa storia con le mie figlie e come d'incanto esiste solo quel luogo, lontano dalle nostre città ma vicino; a un passo dalla nostra tana, nascosto in ogni bambino.
C’è il deserto, il silenzio, tre piccoli tuareg con il destino del loro mondo sulle spalle; lo attraversano incerti, timorosi, con un coraggio che emerge piano piano. Lo stesso coraggio che ci accomuna tutti e non ci lascia impazzire di fronte ai misteri della vita.
Le loro piccole vite stanno per compiere delle esperienze pazzesche; la più immensa: stanno per diventare grandi. Seguono il loro istinto affidandosi alle proprie vocazioni. Nouala saggia e colta, come i meshkot a cui appartiene; Kalim grintoso e protettivo, un vero guerriero come suo padre; Asad, il più vulnerabile di tutti: il predestinato. La loro amicizia che parte incerta ma cresce di avventura in avventura, è il filo conduttore dell’intero romanzo.
Il destino è nelle mani dei ragazzi, è così che va il mondo. Ma in quel piccolo mondo sconosciuto eppure noto, vicino e lontano, ne accadranno di tutti i colori. Ci sono alberi possenti come montagne, che sbucano dal nulla e nel nulla, che tinge di nero perfino la sabbia, ripiombano; labirinti insuperabili, città perdute che improvvisamente riemergono nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, deserti che respirano, stelle che guidano, scorpioni che uccidono e scorpioni che proteggono, anziane veggenti, custodi delle fonti, pozzi che sono il futuro del mondo presi in ostaggio dal male.
La storia è molto avvincente, ed è anche educativa. Nel nostro caso ha trasmesso alle mie figlie il valore del coraggio. Come qualcosa che non ha niente a che vedere con la spavalderia o l’imprudenza, che non si acquisisce per diritto di nascita ma si CONQUISTA.
E poi c’è l’amore per la natura, questa Madre che guida con le sue stelle e respira. Ad un certo punto sembra quasi di sentire il battito del cuore del deserto. Le descrizioni sono molto accurate e lo stile è impeccabile. La sua peculiarità è che l'autore si esprime con un linguaggio che non diventa una vocina artificiosa per scendere al livello di un ragazzino. Non fa come quelle persone che utilizzano il falsetto per rivolgersi a un bambino. Lui semplicemente si siede per terra, e racconta un'avventura pazzesca con la sua voce, rivolgendosi all'immensa intelligenza di un ragazzino.

lunedì 27 giugno 2016

Perdono


Come il Bene si nutre di Bene, così il male si nutre di male. Ma mentre il male si autoalimenta, il Bene no. Il Bene ha bisogno di essere sostenuto, voluto e nutrito. Il male va domato e respinto, e tramutato in Bene.
Forse, basta anche solo respingerlo.
Io ho un carattere difficile, ma vado d'accordo con tutti. Non giudico le vite degli altri ma divento una bestia con chi interferisce con la mia. Oggi ho capito che non devo più nemmeno arrabbiarmi con chi mi fa del male, perché andrei a nutrire quel male che aborro e quindi da oggi non odierò più nessuno. Nemmeno quel verme che la fece morire senza starle vicino, e nemmeno quel serpentello capace di calpestare i sogni di una bambina pur di ferire me.
Vi metto sullo stesso piano bestiacce; non avrete mai più la mia amicizia, ma nemmeno il mio odio.
Fondamentalmente, vi perdono.